Quella delle fake news è una problematica sempre più sentita. Insegnare già a scuola come riconoscerle e gestirle è molto importante.
La Notte europea dei ricercatori è un’iniziativa promossa dall’Unione europea per promuovere la la divulgazione scientificapopulärwissenschaftliche Literaturdivulgazione scientifica. Tra i molti progetti finanziati ce n’è uno rivolto agli studenti delle scuole – dalle le elementari pl.Grundschuleelementari alle le superiori pl.weiterführende Schulensuperiori – che coinvolgereeinbeziehencoinvolge diversi atenei milanesi: l’Università degli Studi, il Politecnico, Milano-Bicocca, l’Università Vita e Salute San Raffaele e la Bocconi. L’obiettivo è insegnare ai ragazzi come identificare le fake news.
In uno studio dal titolo Disinformazione a scuola si legge che un ragazzo su tre non è in grado di riconoscerehier: unterscheidenriconoscere l’informazione scientifica da quella parascientificopseudowissenschaftlichparascientifica e non sa discernereunterscheidendiscernere una notizia affidabileverlässlichaffidabile da una inventareerfindeninventata. Partendo da questo dato, il progetto pilota Meetme@school prevede anzitutto un momento di lavoro individuale al computer. In una pagina digitale creata appositamenteeigensappositamente, gli studenti trovano cinque notizie, alcune corrette e altre infondatoaus der Luft gegriffeninfondate. Per verificareüberprüfenverificarne la la veridicitàWahrheitsgehaltveridicità, i ragazzi hanno libertà assoluta: possono navigaresurfennavigare o chattare con amici e conoscenti. Le loro ricerche vengono tracciarenachverfolgentracciate e commentate in un secondo momento, per riflettere insieme sui metodi di ricerca e il confrontoVergleichconfronto. Molti si fanno condizionarebeeinflussencondizionare dalla la fonteQuellefonte, più o meno conosciuta; altri fidarsisich verlassensi fidano o insospettirsimisstrauisch werdensi insospettiscono in base al nome del canale da cui arriva la notizia; qualcuno parte dall’l'approfondimentoVertiefungapprofondimento del contenuto.
L’l'approccioAnsatzapproccio scientifico è del tutto nuovo perché si basa sul il contributoBeitragcontributo attivo di ricercatori non professionisti, in questo caso gli studenti, che non sono più spettatori passivi, ma protagonisti. Si sviluppareentwickelnsviluppa così il il pensiero criticokritisches Denkenpensiero critico, fondamentale per una cultura responsabileverantwortungsbewusstresponsabile dell’informazione. Proprio questo è il punto di forza della cosiddetta citizen science, la nuova “la scienza partecipativaBürgerwissenschaftscienza partecipativa” che coinvolge i cittadini nella la raccoltaErhebungraccolta, analisi e interpretazione dei dati scientifici. Il metodo si applicareanwendenapplica a molti settori, dai rifiuti in plastica, alla qualità dell’aria e dell’acqua, all’l'inquinamentoVerschmutzunginquinamento acustico o luminoso, al il monitoraggioÜberwachungmonitoraggio di piante o animali (biodiversità), all’astronomia. Altre applicazioni riguardano il il rilevamentoErkennungrilevamento di il terremotoErdbebenterremoti, lo studio di malattie, fino ad attività legate alle scienze umane e sociali.
Si tratta di un modo di “fare scienza” che coinvolge direttamente la società attraverso gruppi di lavoro a cui tutti possono partecipare (citizenscience.it).