FOLLOW US

 

    Vivere sotto scorta

    DIFFICILE
    Adesso 1/2019
    Federica Angeli
    © Cristofariphoto
    Von Marina Collaci

    Federica Angeli, una la cascataKaskade, Wasserfallcascata di capelli biondi e un viso d’angelo, non mandarle a direkein Blatt vor den Mund nehmennon è una che non mandarle a direkein Blatt vor den Mund nehmenle manda a dire. Quando va a intervistare Paolo Papagni, il fratello del presidente del il sindacatoVerbandsindacato degli l’imprenditore (m.) balneareStrandbadbetreiberimprenditori balneari, una persona rispettata nel quartiere di Ostia in cui vive, lo affrontarekonfrontierenaffronta con una domanda piuttosto diretta: “Si dice che dietro i il rogohier: Abbrennenroghi di tanti lo stabilimentoStrandbadstabilimenti ci sia la sua mano. È così?” incurante diohne Rücksicht aufIncurante del volto sempre più pallidoblasspallido del cameraman che l’accompagna, rincarare la dosenoch einen draufsetzenrincara la dose: “Senta Papagni, è vero che Lei negli anni Ottanta assoldaredingen, anwerbenassoldò un killer, tale Cappottone, lo stesso che poi avrebbe gambizzaredie Beine zerschießengambizzato Vito Triassi, per uccidereumbringenuccidere Carmine Fasciani?” Si può solo immaginaresich vorstellenimmaginare la faccia che fece il signor Papagni… Nata e cresciuta a Ostia, Federica Angeli non ha mai accettato che un posto così bello fosse l’ostaggioGeiselostaggio di poche famiglie mafiose e che, per esempio, un lungo muro di cemento impedireverhindernimpedisse l’accesso alla spiaggia, privatizzandola. rinchiudereeinsperrenRinchiusa e sequestrareentführensequestrata per alcune ore in uno degli stabilimenti sui quali stava indagareermittelnindagando, minacciare di mortemit dem Tode drohenminacciata di morte, Federica Angeli ha continuato imperterritounerschütterlichimperterrita a indagare e a denunciareöffentlich anklagendenunciare. All’inizio con difficoltà, perché la polizia riteneva che la mafia esistesse soltanto al Sud e la giornalista ogni volta doveva anche convincere il caporedattore dell’effettiva la gravitàSchweregravità dei fatti. Poi, finalmente, è arrivato anche l’l’appoggioUnterstützungappoggio della la magistraturaRichterschaftmagistratura.

    Cos’è e come funziona la mafia a Ostia?

    Esiste una mafia autoctona romana, non abbiamo mafie di importazione dal Sud e questa è già una prima anomalia. La seconda anomalia è che esistevano fino a qualche tempo fa tre clan che spartirsisich aufteilensi erano spartiti il il territorioGebietterritorio e in nessuna terra di mafia ci sono mai stati più di due clan che convivono e di solito un clan ha sempre la la supremaziaVorherrschaftsupremazia sull’altro. A Ostia invece si era raggiunta una pax criminale tra i Fasciani, gli Spada e i Triassi, che si erano spartiti  il business e non avevano bisogno di farsi la guerrasich gegenseitig bekriegenfarsi la guerra.

    Sei nata e cresciuta a Ostia: quando hai cominciato a percepirewahrnehmenpercepire la presenza della mafia?

    Già da adolescente avvertirebemerkenavvertivo il il timoreFurchttimore che i cittadini avevano di questi personaggi. È ovvio che però, quando abiti e frequenti un posto, una località, una città, non hai però la contezzahier: Bewusstseincontezza, perché diventa quasi l’abitudine f.Gewohnheitabitudine vedere quella gestualità, quel tipo di comportamenti e quindi non riesci ad analizzarli in maniera distaccatodistanziertdistaccata. Quando sono diventata il/la cronistaReportercronista ho guardato il mio territorio con altri occhi e mi sono resa conto che la situazione era molto più grave di quanto pensassi.

    Una notte hai assisteremiterlebenassistito a un delitto e hai denunciato. In quel momento stavi già indagando sulla mafia di Ostia?

    Sì, era un’inchiesta giornalistica alla quale lavoravo da anni; infiltrarsisich einschleusenmi ero anche infiltrarsisich einschleuseninfiltrata negli ambienti della la malaUnterweltmala per vivere queste cose da dentro. Quando poi sono uscire allo scopertoaus der Deckung herauskommenuscita allo scoperto, nel mio ruolo di cronista, sono stata minacciata di morte e sequestrata, sotto casa mia, è avvenuta una la sparatoriaSchießereisparatoria, un tentato duplice omicidioversuchter Doppelmordtentato duplice omicidio di cui sono stata il testimone oculareAugenzeugetestimone oculare. bada benewohlgemerktBada bene, l’unica testimone oculare, ma nel senso che sono l’unica persona che ha denunciato. In realtà, insieme a me c’erano tantissime persone affacciato alla finestraam Fensteraffacciate alle finestre, ma sono state zitte, perché il boss ha alzato gli occhi, ha invitato la gente a rientrarewieder hineingehenrientrare in casa e tutti hanno obbediregehorchenobbedito, tranne me.
     

    Chi è > Federica Angeli, nata a Roma nel 1975, è il/la cronistaReporter, -incronista di nera e (la cronaca) giudiziariaLokalnachrichtengiudiziaria e redattrice del quotidiano la Repubblica. Nel 2016, per il suo l'impegno m.Einsatzimpegno nella la lottaBekämpfunglotta alla mafia è stata nominata “l'Ufficiale della Repubblica italiana al merito m./f.Offiziersverdienstorden der Italienischen RepublikUfficiale della Repubblica italiana al merito” dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È autrice di numerosi libri. L’ultimo è un’autobiografia intitolata A mano disarmatounbewaffnet, wehrlosdisarmata. Cronaca di millesettecento giorni sotto scortaunter Polizeischutzsotto scorta (Baldini e Castoldi, 2018).

     

    Das vollständige Interview finden Sie in unserer Print-Ausgabe Adesso 01/2019.

    Neugierig auf mehr?

    Dann nutzen Sie die Möglichkeit und stellen Sie sich Ihr optimales Abo ganz nach Ihren Wünschen zusammen.