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    Venezia, il sestiere di Castello

    DIFFICILE
    Adesso 10/2019
    Venezia: San Marco e Castello
    © RossHelen/Shutterstock.com
    Von Valentina Pinton

    "Non mi piacevano Piazza San Marco e la boriosissimosehr protzigboriosissima Basilica, non mi piaceva il Palazzo Ducale, non mi piaceva la città troppo concreta, fondaregründenfondata su un il lemboStückchenlembo di terreno solido. Preferivo la Venezia che stare in bilico sul limitaream Rand stehensta in bilico sul limitare, perché era la la provaBeweisprova della realtà del sogno”. Sono parole che ho letto nel racconto Ritratto veneziano dello scrittore e giornalista Gustaw Herling e mi tornano sempre in mente, quando mi ritrovo a girare per il il sestiere (dial. venez.)Stadtteilsestiere di Castello. Senza rinnegareabstreitenrinnegare l’immenso il valoreWertvalore simbolico e la magnificenza di Piazza San Marco, che fa sempre battereschlagenbattere forte il cuore, è a Castello che ritrovo “la mia” Venezia. Eccole qui, le la bottegucciakleiner Ladenbottegucce di alimentari e le piccole librerie polverosoverstaubtpolverose, le la callevenezianische Gassecalli ombreggiatoschattigombreggiate e silenziose in cui il profumo di sapone dei i panni pl.Wäschepanni stesi al sole mescolarsisich vermengensi mescola agli odori intensi di sugo, pesce fritto e minestrone che spandersiausströmensi spandono dalle finestre delle cucine casalinghe. Castello è il più grande dei sestieri veneziani e il secondo più popolosobevölkertpopoloso, oltre che l’unico a non essere attraversatodurchquertattraversato dal Canal Grande. Non per questo, però, è da considerarsi il “parente povero” fra i sei sestieri di Venezia. La sua storia, anzivielmehranzi, è antichissima e gloriosa, senza contare che vi abitarono molti personaggi famosi: il poeta Francesco Petrarca viveva al il civicoHausnummercivico 4145, Henry James completareabschließencompletò il suo Ritratto di signora al 4161, John Ruskin soggiornareverweilensoggiornò all’Hotel Danieli. Basta una passeggiata per scoprire piccoli e grandi l’incantoZauberincanti artistici, storici, architettonici, immersi nell’atmosfera informale e accoglientegemütlichaccogliente per cui questo quartiere veneziano è tanto amato.

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    I luoghi della Biennale

    Per ritornare ad atmosfere più tranquille basta oltrepassareüberquerenoltrepassare il ponte sul rio dei Giardini per raggiungere i Giardini della Biennale, dove i 30 il padiglionePavillonpadiglioni nazionali sono sede della più antica e prestigiosa l’esposizione (f.) d’arteKunstausstellungesposizione d’arte del mondo, che negli anni dispariungeradedispari trasforma per sei mesi Venezia nella capitale dell’arte contemporanea. Attraversando Via Garibaldi, una larga strada che conserva l’atmosfera familiare e piacevolmente popolare tipica di Castello, si raggiunge l’altra sede storica della Biennale, l’Arsenale. Oggi in buona parte fungeredienenfunge da lo spazio espositivoAusstellungsflächespazio espositivo, ma nel XII secolo era già il cuore della la potenza marittimaSeemachtpotenza marittima della la Serenissima(Republik) VenedigSerenissima, nonché il più grande il cantiere navaleSchiffswerftcantiere navale del Medioevo. L’l’imponenzaStattlichkeitimponenza della sua grande entrata – un vero e proprio arco di trionfo sorvegliatoüberwachtsorvegliato dalle statue in marmo di quattro leoni – e le muramerlatomit Zinnen versehen merlate che lo circondano riportano ai tempi in cui l’Arsenale era una città nella città, con botteghe, il magazzinoLagermagazzini, l’officinaWerkstattofficine, la fonderiaGießereifonderie e il moloPiermoli. I nomi dei suoi ampi saloni (Corderie, Artiglierie, Tese) conservare memoriaerinnernconservano memoria degli usi cui erano adibitobestimmtadibiti e ricordano i tempi del suo massimo splendore, quando fino a 16.000 l’arsenalottoWerftarbeiter im Arsenalarsenalotti vi lavoravano per costruirebauencostruire, equipaggiareausrüstenequipaggiare e riparare le grandi la galeaGaleeregalee veneziane.
    In campo San Biagio due enormi l’ancoraAnkerancore, appartenute a due la corazzataSchlachtschiffcorazzate della prima guerra mondiale, segnaremarkierensegnano l’ingresso al Museo storico navale, il più importante nel suo genere in Italia. Tra i tanti modelli storici custoditoaufbewahrtcustoditi nel museo, il più emozionante per me rimane sempre quello della regina di tutte le barche di rappresentanza, il Bucintoro. Si chiamava così l’imponente galea, tutta oro e l’intarsioEinlegearbeitintarsi, a bordo della quale il Doge e le autorità politiche e religiose celebravano la cerimonia dello lo Sposalizio del mareVermählung mit dem MeeSposalizio del mare, il giorno dell’l’Ascensione f.Christi HimmelfahrtAscensione.


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