Agrigento

Subito dopo la curva ti fermi a un semaforo e, piano piano, mentre attendi che scattarehier: umspringen aufscatti il verde, metti a fuoco quello che ti è apparso sullo lo sfondoHintergrundsfondo. Il meraviglioso Tempio della Concordia è lì, grandioso, intatto, silenzioso, quasi sospesoschwebendsospeso nell’aria. E allora lo vai a cercare al tramonto, nelle serate estive, quando l’area archeologica è aperta fino alle 23, e guardi da vicino la pietra dorata e millenariojahrtausendealtmillenaria delle sue la colonnaSäulecolonne doriche, ti godi i profumi degli ulivi secolarejahrhundertealtsecolari e dei il mirtoMyrtemirti, mescolati al il caloreHitze, Wärmecalore che esce dalle la pietraSteinpietre e all’aria calda che arriva dal mare. E ti senti un po’ storditobenommenstordito, sospeso in un tempo indefinito.

Agrigento è così: un sogno che dura da millenni. Il suo mare africano la scalda di una luce impossibile da trovare altrove. I Greci che l’hanno fondaregründenfondata si erano accorti subito che in quella terra, in quel sole, in quel mare, c’era qualcosa di sacro: per questo hanno riempirefüllen, hier: übersäenriempito il suo territorio di meravigliosi templi. In questo il tufoTuffsteintufo della Valle – 1.300 ettari, tra le più grandi e perfette aree archeologiche del mondo, il Patrimonio dell’UnescoUnesco-WeltkulturerbePatrimonio dell’Unesco, – allinearsisich aneinanderreihensi allineano il Tempio di GiunoneJunoGiunone, il Tempio di Ercole e quello dei Dioscuri. Quando percorri le strade che collegareverbindencollegano la città alla sua marina, San Leone, continuano a spuntareauftauchenspuntare qua e là, nel paesaggio. E poi, camminando nel Parco archeologico, imbattersi in qcs.auf etw. stoßenti imbatti in un colossale Telamone, una statua di tufo altohochalta otto metri che prima giacereliegengiaceva stesa fra la sabbia ma che, da poco più di un anno, è stata issareaufrichtenissata in verticale: una pura l'immersioneEintauchenimmersione nella Magna Grecia.