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    Dove sei, Europa?

    DIFFICILE
    Adesso Audio 7/2020
    Unione europea
    © Lightspring/Shutterstock.com
    Von Salvatore Viola

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    Ai tempi del Coronavirus si parla molto di Europa, ma l'Europa sembra poco presente. Ascoltiamo un testo su questo argomento di scottante attualità.

    “Dove sei, Europa? Cosa ti è successo, Europa umanistica, il paladino/la paladinaVerfechter/inpaladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà? Che cosa ti è successo, Europa, terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa, madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vitadas Leben hingebendare la vita per la la dignitàWürdedignità dei loro fratelli?” Sono le domande rivolte da papa Francesco, vincitore del Karlspreis 2016, ai capi di stato e alle le alte caricheWürdenträgeralte cariche della Commissione europea riuniti in Vaticano per la cerimonia di la consegnaVerleihungconsegna del premio. Era il 6 maggio 2016, ma quelle stesse domande se le pongono ancora oggi i cittadini europei. Tutti: quelli che al sogno di un’Europa veramente unita non sanno e non vogliono rinunciareverzichtenrinunciare come quelli che, seppure non ostilefeindseligostili, hanno sempre nutrire dei dubbiZweifel hegennutrito molti nutrire dei dubbiZweifel hegendubbi sul progetto europeo.

    “Dove sei, Europa?” si chiedono i cittadini spaesatoverwirrtspaesati e impauritoverängstigtimpauriti che, oltre a preoccuparsisich Sorgen machenpreoccuparsi della propria salute, sentono dondolare minacciosobedrohlichminacciosa, sopra la propria testa, la spada di Damocle del futuro, a cominciare da quello economico. La crisi del Coronavirus sembra avere scoperchiareöffnenscoperchiato, a livello europeo, il proverbialesprichwörtlichproverbiale “vaso di Pandora” fatto di indecisione, dubbi, il vetoEinspruchveti ed egoismi. Certo, la situazione è difficile. si tratta dies geht darumSi tratta di evitare la catastrofe nei paesi – praticamente tutti – in cui la vita sociale ed economica è stata “congelareeinfrierencongelata” per mesi a causa dell’epidemia che sta flagellaregeißelnflagellando il mondo. Si parla di “crisi simmetrica”, perché, appunto, colpisce tutti. Serve, letteralmente, una montagna di denaro. E serve subito. Ma dove trovarlo? A chi e a quali la condizioneBedingungcondizioni concederegewährenconcederlo?

    di fronte aangesichtsDi fronte a una sfida epocale, che richiederebbe decisioni coraggiose, di la portataReichweiteportata storica, l’Europa fa quello che sa fare meglio: decide di non decidere. Si incontra, si riunisce, dichiara la necessità di essere solidali con le nazioni più colpite dall’epidemia e sostenerebefürwortensostiene al tempo stesso la necessità, per ogni singolo stato, di tutelarsi finanziariamente come può. Prima stabilirebestimmenstabilisce una cosa, poi il suo contrario e infine, nel dubbio, rimandareaufschiebenrimanda ogni decisione; organizza un il verticeGipfeltreffenvertice che poi viene sospenderevertagensospeso e infine si riunisce di nuovo, naturalmente in videoconferenza. Certo, il compito è difficile, anzi difficilissimo. Si tratta di riuscire nell’l'impresaUnterfangenimpresa di conciliarein Einklang bringenconciliare posizioni apparentemente inconciliabili. Da una parte c’è chi, come l’Italia e altri paesi del Sud Europa, chiede di creare un il salvagenteRettungsringsalvagente europeo attraverso l’emissione di l'obbligazione f.Anleiheobbligazioni europee, garantite per esempio dalla Bei (la Banca europea per gli investimenti), i cosiddetti Corona Bond. Dall’altra chi, a cominciare dall’Olanda, preferirebbe utilizzare strumenti come il Mes (il Meccanismo europeo di stabilità), noto anche come “Fondo salva stati”, che implicarevorsehenimplica una serie di il vincoloAuflagevincoli e condizioni ai quali i singoli paesi membri devono attenersisich haltenattenersi e che va a pesare sul debito pubblico dello stato che riceve i fondi. detto in soldonieinfach ausgedrücktDetta in soldoni, la partita si gioca fra chi invocareforderninvoca una solidarietà “senza se e senza maohne wenn und abersenza se e senza ma” e chi, invece, vorrebbe far dipendere questa solidarietà da una serie di condizioni. Il dibattito, al momento in cui scriviamo, è in corsoim Gangin corso, così come si discute sul presente e sul futuro dell’Unione europea, ammessoangenommenammesso che si trovi un l'accordoEinigungaccordo e ci sia un futuro di cui parlare.

     

    Einen ausführlichen Artikel zum Thema finden Sie in der Adesso-Ausgabe 07/20.

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