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“Leggera come una sillaba, completa come una frase” oppure “Con le vocali e le consonanti si fanno le parole, con le parole si fanno i pensieri, coi pensieri si pensano le lettere, con la Lettera 22 si scrivono”. Così recitavano due slogan pubblicitari di Lettera 22, l’iconica e celebre macchina da scrivere portatile della Olivetti, disegnata fra il 1948 e il 1950 dall’architetto Marcello Nizzoli e oggi esposta nei più importanti musei al mondo, tra cui il MoMa di New York. Pratica, leggera (pesava 3,7 chili), facilmente trasportabile, grazie anche alla valigetta che l’accompagnava; venduta al prezzo conveniente - rispetto a quello di altre macchine - di 42.000 lire, Lettera 22 era stata pensata con l’intento di renderla popolare e accessibile a un gran numero di persone, dagli impiegati agli insegnanti. La macchina permetteva di battere le lettere in modo rapido e preciso e dava la possibilità di scrivere in nero e rosso. Tuttavia, per esigenze di spazio, mancavano i tasti dei numeri uno e zero, che venivano ottenuti usando, rispettivamente, la I (i) maiuscola, oppure la l (elle) minuscola, e la lettera O maiuscola. Non c’erano neanche le vocali accentate: per indicare l’accento si usava l’apostrofo.