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    Ischia

    MEDIO
    Adesso 3/2024
    Ischia
    © Karel Funda/Shutterstock.com
    Von Eliana Giuratrabocchetti

    La vedi già da lontano, bellissima, in mezzo al mare. È la mia “prima volta” a Ischia e l’l'impattoEffektimpatto è positivo già prima di approdareanlegenapprodare, quando l’inconfondibileunverwechselbarinconfondibile la sagomaUmrisssagoma dell’isola si staglia all’orizzonte. All’arrivo, scopro che giàil il portoHafenporto ha una storia da raccontare. Questa piccola l'insenaturaBuchtinsenatura circondata da alberi “un tempo era un lago, poi è stata trasformata in mare”, mi spiega Andrea Di Meglio, la vicepresidente di FederalberghiHotelverbandFederalberghi Ischia, che durante la mia permanenza sull’isola mi guiderà alla scoperta dei luoghi più significativi. Risale a Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, la decisione di far rimuovereentfernenrimuovere la fascia di terra che separava il lago dal mare nel punto in cui, nel V secolo a.C.v. Chr.a.C., si era formato un cratere vulcanico a seguito di un’esplosione. Era il 1854, anno a cui risale la costruzione del porto nel quale ci troviamo. Ci dirigiamo verso il il faroLeuchtturmfaro di Punta Imperatore, che si trova nel punto più occidentalewestlichoccidentale dell’isola, abbarbicatohoch obenabbarbicato su una la falesiaKlippefalesia a 164 metri d’altezza. In attività dal 1884, è uno dei più antichi del Mediterraneo e il suo segnale luminoso si vede fino a 22 il miglio nauticoSeemeilemiglia nautiche.

    La vedi già da lontano, bellissima, in mezzo al mare.

    A circa metà strada, ci fermiamo e cambiamo macchina. “Ne serve una più piccola per arrivare lassù… le strade sono strette”, mi spiega Andrea sorridendo. Una volta a destinazione, percorro a piedi l’ultimo tratto fino alla la scalinataTreppescalinata che conduce al faro. I 155 il gradino in pietraSteinstufegradini in pietra sono scolpiti in un il sentiero di tufoTuffsteinpfadsentiero di tufo e immersi fra cespugli di il mirtoMyrtemirto, il fico d'IndiaFeigenkaktusfichi d’India e rosmarino selvatico. L’erosione del vento e del mare ha fatto assumere alla roccia le forme più strane e i gradini hanno diverse altezze. Tutti sono però molto larghi: “Sono stati pensati per farli percorrere agli l'asinoEselasini senza cadere”, mi dice Andrea. Poi, anticipando la mia domanda, precisa: “Era l’unico modo che si aveva in passatoin der Vergangenheitin passato per far arrivare le la provvistaVorratprovviste”. Oggi i bagagli e i rifornimenti vengono trasportati da una comoda la telefericaSeilbahnteleferica, il faro è stato trasformato in un albergo con quattro stanze a disposizione degli ospiti, un ristorante e un bar sulla terrazza dove è d’obbligo bere un aperitivo al il tramontoSonnenuntergangtramonto. Vi assicuro che non ve ne pentirsibereuenpentirete! Il nome del ristorante, Lucì, è un omaggio a Lucia Capuano, la prima la faristaLeuchtturmwärterinfarista d’Italia.

     

    Den vollständigen Artikel finden Sie in der Adesso-Ausgabe 3/24!

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