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    Infinita bellezza

    MEDIO
    Adesso 4/2024
    Sentiero infinito
    © Andrew Mayovskyy/Shutterstock.com
    Von Isabella Bernardin

    Perché lo chiamino Sentiero “dell’l'infinitoUnendlichkeitinfinito”, si capisce dopo la prima ora di cammino, una volta raggiunto il Santuario di Nostra Signora di Montenero. Certo, la la salitaAufstiegsalita dalla stazione dei treni di Riomaggiore mettere alla provaauf die Probe stellenmette alla prova il fiato, ma una volta arrivati in cimaobenin cima, il panorama ripagareentschädigenripaga di tutta la fatica. Lo sguardo spaziareschweifenspazia sul mare aperto e abbraccia le Cinque Terre fino al il promontorioLandzungepromontorio di Punta Mesco, acqua e cielo si fondono e danno l’illusione di avere di fronte... l’infinito! Dopo una pausa all’ombra dei bei pini marittimi, rimettersi in marciawieder weitergehenrimettersi in marcia è un piacere. Il percorso si fa pianeggianteflachpianeggiante e, benché in la quotaHöhequota, corre parallelo al mare. Ci troviamo infatti sull’Alta Via delle Cinque Terre, in un paesaggio modellato da il muretto a seccoTrockenmauermuretti a secco, terrazzamenti di vite, ulivi e limoni, e ravvivatobelebtravvivato dai profumi della macchia mediterranea. A tratti il sentiero infilarsihier: hineinführensi infila nei boschi di il leccioSteineichelecci ed è un refrigerio, se lo si percorre d’estate; poi all’improvviso sbucareherauskommensbuca di nuovo sul mare, regalando lo scorcioAusblickscorci mozzafiato. Arrivati a Campiglia, l’unico vero centro abitato lungo il percorso, è il caso di fare una pausa più sostanziosoausgiebigsostanziosa, assaggiando qualche specialità tipica della zona, come la torta di riso o i i testaroli pl.rautenförmige Pastatestaroli al pesto. Il cammino è ora tutto in discesabergabin discesa. Le isole di Palmaria, Tino e Tinetto si intravedereerblickenintravedono già in lontananza, poi appare anche il porto della Spezia. Un ultimo lo sforzoAnstrengungsforzo ed ecco la chiesa di San Pietro di Portovenere, con le sue caratteristiche la strisciaStreifenstrisce bianche e nere, ergersistehenergersi solitarioalleinsolitaria sugli lo scoglioKlippe, Felsenscogli. Prendetevi un po’ di tempo per visitarla e passeggiate tra le case colorate del borgo. Alla fine della giornata, il modo più suggestivo per tornare al punto di partenza è a bordo di un il battelloBootbattello, ripercorrendo con lo sguardo il il tragittoStrecketragitto a ritrosorückwärtsa ritroso e ammirando dal mare la costa delle Cinque Terre in tutta la sua straordinaria bellezza.

    Unser Tipp


    Verso la metà del cammino, dopo aver superarehinter sich lassensuperato Colle del Telegrafo e località Sant’Antonio, un cartello segnala la la deviazioneAbzweigungdeviazione 504 per Schiara. Se le energie sono contatohier: mäßigcontate, è meglio proseguire verso Campiglia. Se invece siete ben preparati e non soffrite di le vertigini pl.Höhenangstvertigini, vi consiglio di imboccare la deviazione per continuare poi sul sentiero 536 alla volta di Monesteroli, una minuscola frazione ormai quasi del tutto abbandonatoverlassenabbandonata, in uno degli scenari più spettacolari della Liguria. Per raggiungerla vi troverete a percorrere una scalinata di pietra composta da 1.100 gradini, con una la pendenzaGefällependenza a tratti quasi del 100%, che sembra tuffarsi nell’acqua. Purtroppo dovrete rinunciare a un il bagnoSchwimmenbagno, perché una la frana del terrenoErdrutschfrana del terreno rende pericoloso l’accesso al mare. Un’alternativa per concedersi un il tuffoSprung ins Wassertuffo è la discesa a Schiara Scalo. È meno conosciuta, ma altrettanto suggestiva.

    Mahlzeit!


    Lo Sciachetrà è il il vino passitoSüßweinvino passito delle Cinque Terre. Dolce e fruttato, dal colore giallo ambratobernsteinfarbengiallo ambrato, si beve tradizionalmente nelle grandi occasioni, a fine pasto o accompagnato da la pasticceria seccaTeegebäckpasticceria secca. Il suo nome curioso sembra derivare dal dialetto sciacàa, ossia “schiacciarequetschenschiacciare”. Gli l'acino d’uvaWeinbeereacini d’uva vengono lasciati appassiretrocknenappassire al sole fino a novembre e poi sgranati a mano, per selezionare i migliori. Con una la resaErtragresa di 25 litri per un quintale d’uva, la Doc raggiunge prezzi piuttosto elevati, ma giustificatissimoabsolut gerechtfertigtgiustificatissimi!

     

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